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Antonino Liga

Il maestro Antonino Liga nacque nell’ottobre del 1819 nella Borgata “Villa Partanna” e morì nel 1905.
Partecipò ai tumulti del 12 gennaio 1848 con altri 56 uomini, tutti della Borgata di Partanna Mondello, accorsi a Palermo il giorno dopo per sostenere, anche con la propria vita, quel soffio rivoluzionario antiborbonico che esplose in seguito al Proclama, ricordato con il nome della “Fieravecchia”. Dopo elogi e riconoscimenti pubblicati anche sui giornali dell’epoca, l’undici settembre 1849 venne prelevato dalla Forza borbonica insieme ai due suoi fratelli più grandi: Stefano e Rosario.
Seguì un processo sommario, conclusosi con la condanna alla fucilazione, una pena che fu eseguita nei confronti del fratello Stefano. Rosario, già di salute cagionevole, morì dopo tre mesi a causa delle torture subite. Ad Antonino la condanna alla pena capitale fu commutata in 25 anni di ferri (carcere duro), dei quali ne scontò quasi 11.
L’11 giugno 1860, con l’entrata di Garibaldi a Palermo, e la conseguente, inevitabile dismissione di tutta la forza militare borbonica in Sicilia, Antonino venne liberato, o meglio abbandonato insieme con gli altri uomini relegati a Favignana, quando il comando borbonico dell’Isola fuggì verso il Continente.
Dopo avere trascorso 10 anni, 10 mesi e cinque giorni da relegato, al ritorno, a casa trovò vivi soltanto tre membri della sua Famiglia: la madre e due fratelli. Nacque così in lui il bisogno di scrivere, (o sicuramente di ricopiare il diario resoconto dei suoi giorni trascorsi come relegato) ma non pubblicò mai i suoi scritti. Antonino annotò e descrisse con minuzia e lucidità il suo stato di prigioniero, in un elaborato comprendente 293 ottave siciliane in dialetto che intitolò “Li mii Priggiuni” (1849-1859).

Libri pubblicati da Antipodes

Li Mii Priggiuni. Settemmiru 1863

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Sezione: Poesia

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