Il racconto "Ostriche" ha uno sguardo femminile che non si identifica col genere ma con il "sensibile ed emozionale" che abita in ciascuno di noi e che fatica a manifestarsi. Ecco che si dipana dalla superficie dei corpi, dalle sensazioni che ci scuotono facendoci assaporare la parte più istintiva di noi per giungere al sentimento totalizzante dell'amore, tale da renderci ciechi e sordi. 

Ci guardammo e in quel momento preciso affiorò la consapevolezza che quell'incontro, quella sera, avrebbe segnato le nostre vite... Non era un caso. Tu parlavi ed io chiudevo gli occhi.
"Ostriche", un racconto visivo ma non per questo visibile a tutti.